Inaugura il 2 luglio alle 18,30 presso la Fondazione Pino Pascali la mostra Dialoghi: Pino Pascali/Gino Marotta. Artifici Naturali, a cura di Rosalba Branà e Lorenzo Canova, un confronto incontro tra due protagonisti del rinnovamento dell’arte italiana e internazionale negli anni Sessanta.

Coetanei – erano nati entrambi nel 1935 – i due artisti erano accomunati da un legame di amicizia fatto di affinità poetiche e di visione. Entrambi attivi nel fervido contesto delle neoavanguardie romane, Pascali e Marotta rappresentano due personalità centrali all’interno di quelle ricerche che, partendo dall’utilizzo dei nuovi materiali del mondo contemporaneo, hanno dato vita a una nuova idea dell’opera d’arte e del suo rapporto con lo spettatore, attraverso lo sconfinamento e l’immersività dell’arte ambientale, alla quale i due artisti hanno dato contributi basilari e ancora attualissimi.

Interesse per i nuovi materiali offerti dal mondo industriale e, in contrasto, il ritorno continuo alla natura, la contaminazione con i settori della scenografia e della pubblicità, della televisione e del cinema, nei quali entrambi sono stati attivi.

Scrive in catalogo Branà “Pino Pascali (1935-1968) e Gino Marotta (1935-2012), vivono appieno il clima artistico degli Anni Sessanta e contribuiscono a sostanziali cambiamenti in campo espressivo-linguistico, figli entrambi di una nuova cultura nella quale confluivano istanze della cultura agraria e della crescente civiltà industriale. La mostra intende creare un dialogo visivo che evidenzia analogie e differenze entro le quali gli artisti hanno operato, dando spazio ad una istanza di libertà creativa fuori dagli schemi”.

 I due autori hanno tracciato un percorso di ricerca esponendo entrambi in mostre fondamentali come Lo Spazio dell’Immagine a Foligno (1967) e 4 artistes italiens plus que nature del 1969, la celebre mostra parigina di cui Pino Pascali è stato protagonista insieme a Marotta (con Mario Ceroli e Jannis Kounellis), nonostante fosse tragicamente scomparso l’anno precedente.

“Pascali e Marotta sono due protagonisti dell’arte italiana e internazionale degli anni Sessanta, due ragazzi legati dall’amicizia, dalla nascita nello stesso anno e dalla provenienza da due città del sud di due regioni confinanti, due sperimentatori di nuovi linguaggi e nuove forme espressive, due innovatori capaci di sconfinare in modo fecondo in campi diversi come la pubblicità, l’architettura, il teatro e la televisione mantenendo salde le caratteristiche specifiche dalla loro visione”, spiega nel suo testo Lorenzo Canova.

L’incontro negli spazi della Fondazione Pascali si esplica in un percorso organizzato in più sezioni, che raccontano la relazione tra tensione modulare, finzione, sperimentazione e tema del paesaggio, attraverso le opere Albero del Paradiso, Oasi d’Ombra, Natura Modulare, Paesaggio Artificiale, per citarne solo alcune tra quelle in mostra, dal 1964 al 1973. I Cinque Bachi da setola e un bozzolo di Pino Pascali dialogano con le Ninfee (arancio, verde acido e nere) illuminate al neon di Marotta, in un tripudio tra natura, invenzione e artificialità.

Con questa mostra, la Fondazione Pino Pascali prosegue nel suo percorso di indagine storico critica che pone l’opera di Pascali a confronto con quella di altri maestri, non necessariamente coevi, in un gioco di rimandi, visioni poetiche, afflati comuni. Nell’ambito di questo ciclo dei Dialoghi, ideato dalla direttrice del Museo Pascali, Rosalba Branà, si sono svolte negli scorsi anni le mostre “Pino Pascali e Luigi Ghirri”,“Pascali Bonalumi Castellani Fontana Manzoni”, “Pino Pascali e Claudio Cintoli”.

La mostra è visitabile fino al 17 ottobre 2021 nel rispetto delle normative vigenti anti Covid-19.