Il Premio Pino Pascali 2008, XII edizione, è stato assegnato all’artista belga Jan Fabre il 16 novembre 2008.
Il comitato scientifico del Premio, presieduto da Rosalba Branà, direttrice del Museo Pino Pascali e composto da Carlo Berardi – curatore e membro dello Young Collector Council del Guggenheim Museum di New York –, Giusy Caroppo – storico dell’arte e curatore –, Simonetta Lux – critico d’arte e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università La Sapienza di Roma –, ha così motivato la scelta:

“Jan Fabre è un artista totale, visionario, interpreta le tematiche assolute di vita, morte, natura, il mistero dell’essere umano fragile e mortale e il desiderio del superamento di questa precarietà. Considerato tra gli artisti più importanti del XXI secolo e il migliore erede della tradizione fiamminga, interpreta la follia, la malattia, la morte, la dolcezza del peccato, la forza spirituale. Le sue opere – esposte nelle più prestigiose istituzioni museali mondiali – hanno la prerogativa della comunicabilità universale”.

L’artista è annoverato tra i più importanti artisti contemporanei del XXI secolo; ha tenuto, tra le altre, una mostra personale al Museo del Louvre dove ha allestito le sue opere nelle 40 sale dell’Ala Richelieu, in dialogo perfetto con i grandi maestri della sua terra, da Vermeer a Bosch a Rembrandt. Per la regina del Belgio, Paola di Liegi, Fabre ha inoltre realizzato una ‘pittura di luce’, mosaico composto da più di un milione di coleotteri di colore verde/azzurro allestito nel Salone degli Specchi del Palazzo Reale.
Fabre è considerato l’unico erede del pensiero rinascimentale: artista visivo, regista, coreografo, performer, scrittore, il suo universo affonda le radici nella complessa pittura fiamminga e, come tutti i fiamminghi, fa del reale un luogo dell’immaginario; la sua poetica celebra la morte come compagna della vita e del corpo umano, al centro della sua ricerca estetica ed etica; considera prioritario l’organo del cervello, un ponte tra corpo e spirito, tra fisico e psichico, definendolo “la parte più sexy del corpo” (titolo del film presente in mostra). Un visionario universo quello di Fabre, popolato da gufi, gatti, globi, ali, uccelli, insetti, tra i quali essere preferito è lo scarabeo: per l’artista, quest’ultimo incarna il processo della metamorfosi, metafora della morte e della resurrezione, celebrazione del rito di passaggio tra l’ombra e la luce. Ama definirsi un ‘concilience-artist’ ovvero colui che si muove tra le idee di varie discipline, dall’entomologia, alle scienze, all’etica, alla religiosità dell’essere umano, connettendole tra loro, intersecando passato e presente, creando un comune spazio d’indagine. Jan Fabre nel 2008 compie 50 anni, una vita artistica di successi e traguardi raggiunti. Egli stesso dichiara: “ci vuole il tempo di una vita per diventare un giovane artista”.

L’opera di Jan Fabre acquistata per il museo è Nen Assebak, un posacenere che raffigura il volto irriverente dell’artista con le corna e la lingua rosse.
Il Premio Pino Pascali, prestigioso evento promosso dalla Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, si è svolto alla presenza del Presidente Nichi Vendola e dell’Assessore Regionale Silvia Godelli ed è stato consegnato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva. Hanno partecipato il Sindaco di Polignano Angelo Bovino, Mimmo Lomelo, Assessore ai Beni Culturali della Regione Puglia e Domenico Vitto, Assessore P.I. Provincia di Bari.

Mostra a cura di Rosalba Branà e Carlo Berardi.
Coordinamento di Barbara De Coninck.